
Cos’è la sindrome burnout
La sindrome di burnout è grave forma clinica, derivante da una tensione negativa ed eccessiva nel luogo di lavoro.
Burnout, termine inglese che può essere tradotto con gravemente esaurito: In generale con burnout si intende una condizione di esaurimento emotivo derivante dallo stress dovuto alle condizioni di lavoro e a fattori della sfera personale e ambientale ed è tipico di tutte le professioni ad elevato investimento relazionale.
La sindrome di burnout è quindi una risposta estrema ad un ambiente lavorativo emotivamente troppo carico, che può indurre nel soggetto una difficoltà di lavorare in termini di qualità della prestazione o addirittura di continuità dell’attività lavorativa stessa.
ll burnout può essere inteso, quindi, come una progressiva perdita di energia sul lavoro, in seguito ad una prolungata e logorante esposizione a situazioni particolarmente stressanti, le quali conducono a una destrutturazione della possibilità dell’individuo di trovare soluzioni comportamentali utili al mantenimento della sua integrità professionale, con conseguente perdita della serenità emotiva e delle annesse capacità adattive.
Fra le principali componenti del burnout si riscontrano, dunque, oltre all’esaurimento emotivo, anche forme di distacco emotivo e mentale dall’organizzazione, percepita come la fonte del proprio malessere, l’inefficacia professionale, ovvero un senso di inadeguatezza al ruolo e di impossibilità di fornire le prestazioni richieste, dinamiche che conducono la persona a sentirsi professionalmente incompetente.
È molto importante, dunque, riconoscere i sintomi preliminari del burnout al fine di prevenire il suo insorgere.
In particolare immaginando un continuum psicologico dove ad un estremità si situa il burnout, è possibile individuare all’altra estremità il job engagement , ovvero la propensione dell’individuo a lavorare con grande investimento energetico, ad essere emozionalmente coinvolto nel lavoro ed a percepirsi come efficace. Così come la sindrome del burnout può manifestarsi con diverse gradazione, anche le conseguenze di questo fenomeno variano da forme meno gravi (brevi periodi di assenteismo o lievi sintomi somatici) a forme più gravi (sintomatologia somatica grave, insoddisfazione lavorativa fino ad arrivare al turnover, ovvero abbandono volontario del posto di lavoro o richiesta di trasferimento.
Quel che potrà risultare realmente efficace, sarà dunque un costante monitoraggio del fenomeno nonché della presenza o meno di relazioni serene e positive sul posto di lavoro.