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Vaccini pediatrici: quali sono obbigatori e quali consigliati

La crescita di ogni bambino è costellata di scelte significative che i genitori fanno per proteggere il proprio figlio e tra queste, la decisione di vaccinare rappresenta un pilastro fondamentale della medicina preventiva, un gesto di responsabilità che crea un solido scudo protettivo attorno alla salute del piccolo e dell'intera comunità.

Quando parliamo di vaccini pediatrici, andiamo ad esplorare uno degli strumenti più potenti che la scienza ci offre per garantire un futuro sano, ed è sicuramente naturale, come genitore, porsi domande e voler capire a fondo quali siano i vaccini obbligatori e quali quelli raccomandati, per poter prendere una decisione informata insieme al proprio pediatra.

In Italia, il panorama delle vaccinazioni si è evoluto nel tempo, rispecchiando i progressi della ricerca e le mutate esigenze di salute pubblica. Oggi, la distinzione tra vaccini obbligatori e raccomandati è in parte superata dalla visione complessiva offerta dal Calendario Vaccinale Nazionale: ci sono vaccini che la legge rende obbligatori, necessari per l'ammissione a scuole e asili nido, e altri che, pur non essendo imposti per decreto, sono fortemente consigliati dalla comunità scientifica perché essenziali per la salute del bambino.

vaccini obbligatori per i neonati includono quelli contro la difterite, il tetano, l'epatite B, la poliomielite, la pertossee l’influenza di tipo B. Queste malattie, un tempo temute, sono state contenute grazie alla copertura vaccinale, ma i loro agenti patogeni sono ancora in circolazione ( e potenzialmente letali per un neonato come nel caso della pertosse) o, come nel caso del tetano, sono presenti ovunque nell'ambiente, rendendo la vaccinazione una necessità imprescindibile.

Quando parliamo di vaccini raccomandati, invece, ci riferiamo a protezioni fondamentali, la cui offerta attiva e gratuita è un pilastro del nostro sistema sanitario. Decidere di non renderle obbligatorie non significa sottovalutarne l'importanza, ma piuttosto considerare vari fattori, come il fatto che le malattie che prevengono sono spesso meno diffuse o possono essere controllate con altre misure. Tra i raccomandati troviamo, il vaccino contro lo pneumococco è essenziale per proteggere i bambini più piccoli da meningiti, polmoniti e sepsi, infezioni gravi che possono avere conseguenze drammatiche. Vi è anche, il vaccino contro il meningococco, disponibile nelle formulazioni per i sierogruppi B e ACWY, una barriera cruciale contro un altro pericoloso agente di meningite e setticemie fulminanti. Un altro vaccino importante è il vaccino contro il rotavirus, un patogeno che causa gastroenteriti severe con disidratazione, che nei lattanti può portare a ricoveri ospedalieri. La sua somministrazione per via orale rende il processo semplice e ben tollerato.

Il calendario vaccinale è progettato per somministrare queste protezioni al momento giusto, quando il sistema immunitario del bambino è pronto a rispondere in modo efficace e prima che entri in contatto con le malattie e le prime dosi vengono somministrate già al terzo mese di vita, con richiami successivi per rafforzare la protezione nel tempo.

Perché saltare i vaccini non è una scelta saggia?

Oltre all'aspetto legale, che rende le vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica, ci sono motivazioni profonde e scientificamente solide per intraprendere questo percorso e la ragione principale è la gravità delle malattie che si possono prevenire. La poliomielite, ad esempio, può portare a paralisi permanente, mentre la difterite può causare ostruzione delle vie aeree e danni cardiaci fatali. Il tetano ha un tasso di mortalità molto elevato, anche con le migliori cure intensive e il morbillo, spesso visto come una semplice malattia infantile, può portare a encefaliti, con conseguenze neurologiche permanenti, oltre a una complicanza rara ma mortale come la panencefalite sclerosante subacuta che può manifestarsi anni dopo.

Il sistema immunitario di un neonato, poi, è perfettamente attrezzato per affrontare la stimolazione dei vaccini; in effetti, è progettato per reagire a migliaia di antigeni che incontra ogni giorno nell'ambiente e il calendario vaccinale non sovraccarica il suo sistema immunitario, ma lo rinforza in modo mirato. Le prime dosi vengono somministrate già al terzo mese di vita, con richiami successivi per garantire una protezione duratura, perché è proprio nei primi anni che i bambini sono più vulnerabili a complicazioni gravi causate da queste infezioni e ritardare le vaccinazioni significa aprire una finestra di pericolosa suscettibilità in un periodo cruciale dello sviluppo.

Inoltre vi è un aspetto che riguarda la responsabilità collettiva: è importante capire che il concetto di immunità di greggenon è solo una teoria astratta, ma un vero e proprio meccanismo di solidarietà biologica. Proteggendo l'individuo, si tutela l'intera comunità, creando una barriera che ostacola la diffusione degli agenti infettivi e questo è fondamentale per proteggere anche coloro che, a causa di gravi malattie o di un sistema immunitario compromesso, non possono ricevere il vaccino e sono quindi molto vulnerabili.

Affidarsi alle evidenze scientifiche significa riconoscere che i vaccini sono tra i farmaci più studiati e monitorati al mondo, con un profilo di sicurezza estremamente elevato rispetto ai rischi, di gran lunga superiori, delle malattie che prevengono. Gli effetti collaterali gravi sono eventi rarissimi, mentre reazioni lievi, come un po' di febbre o un arrossamento nel punto dell'iniezione, sono segnali normali che indicano che il corpo sta attivamente costruendo le sue difese.

Parlare con il pediatra di fiducia, rimane ad ogni modo la risorsa più preziosa per chiarire ogni dubbio, discutere le tempistiche e affrontare insieme qualsiasi evenienza.

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